Oggi parliamo di un videogioco che per i giovanissimi è una delle uscite cult di questo periodo e per i meno giovanissimi rievoca antiche questioni filosofiche dei primi anni 2000.

Nel 1998 esce Baldur's Gate, nel giugno del 2000 esce Diablo II. E il mondo si spacca: da una parte coloro i quali volevano assoluta libertà nella creazione dei personaggi, nella gestione delle capacità di gruppo, nella possibilità di sviluppare la storia, con tattiche complesse e variabili infinite per uscire dallo scontro (Baldur's Gate), dall'altra parte coloro i quali preferivano un'esperienza adrenalinica, mostri come se piovessero da affrontare con un singolo eroe scelto in un ristretto ventaglio di opzioni, comandi semplici, tanto sangue (Diablo II). Entrambi hanno fatto scuola e ancora oggi qualsiasi gioco di ruolo in circolazione fa i conti con il bagaglio lasciato da questi due capostipiti, che, diciamolo, per longevità sono ancora imbattuti e, se avrete il coraggio di superare i connaturati difetti di grafica, vi accorgerete che almeno uno dei due vi catturerà.

Ma le differenze fra i due giochi non finiscono qui. Sembrava veramente il conflitto fra Apollineo e Dionisiaco: Baldur's Gate faceva riferimento ad un universo ben strutturato e preesistente (i Forgotten Realms in cui R. A. Salvatore ambienterà la saga di Drizzt D'Urden), mentre Diablo II si svolgeva in uno strano fantasy gotico creato ad hoc dai ragazzi della Blizzard: un universo da incubo. Ricordo un aspetto divertente che distingueva i due giochi: il “rumore” che faceva il giocatore dell'uno o dell'altro gioco. Ascoltando un giocatore di Baldur's Gate si sentiva qualche distratto “click” del mouse, appena appariva il pericolo l'immancabile suono della barra spaziatrice che permetteva di mettere il gioco in pausa, lunghi silenzi e qualche “click” per studiare le mosse migliori da compiere, di nuovo il suono della barra spaziatrice e via così. Ascoltando il gioco di un giocatore di Diablo II ricordo il martellante “click click click click” di chi si muove, cerca il bersaglio, raccoglie oggetto, si muove cerca il bersaglio etc etc (spesso con qualche bestemmia a condire il tutto).

Diablo 3Passano gli anni e la Blizzard dichiara: presto uscirà Diablo III. Nessuno si scompone: la Blizzard spesso dichiara che “presto” uscirà un nuovo gioco (e molto spesso si tratta di una burla). Poi il miracolo: Diablo III esce davvero. E batte ogni record.

3,5 milioni di prevendite, 1,2 milioni di “annual pass” (spendibili cioè anche per altri giochi Blizzard). Addirittura i perfezionatissimi server della Blizzard non reggono all'impatto e vanno in overbuffing(!), ma non trattandosi della pubblica amministrazione italiana in 20 minuti il problema è risolto e in meno di un'ora e mezza tutti coloro i quali hanno comprato online il gioco stanno creando il loro personaggio.

Descrivere Diablo III è difficile per chi non conosce la saga. Diciamo solo una cosa: la Blizzard non ha tradito lo spirito di Diablo. Niente visuali particolari: il gioco è tridimensionale e tutto l'ambiente piacevolmente distruggibile, ma la vista è isometrica (e punto!) Molti nemici, molto sangue e personaggi pre-fatti limitati. Una piccola chicca di quei maniaci della Blizzard: il personaggio non è chiamato “personaggio”, ma “eroe”, per la serie -ne puoi scegliere pochi perché sono eroi-, in altre parole -se vuoi farti un personaggio liberamente e con ampia scelta gioca a World Of  Warcraft-. La grafica è essenziale ma la cura del design è maniacale: se nel disegno di un oggetto, diciamo una mantella, una piccola fascetta dorata su sfondo blu, cade in un dato punto del tessuto, così sarà nel modello poligonale.

Certo, gli anni sono passati anche per Diablo e quindi ci sono alcune sensibili novità. Diablo II è sempre stato incentrato sugli oggetti, un circolo vizioso nel quale massacro tanti mostri per procurarmi oggetti migliori con cui massacrare altri mostri. Grande aggiunta di questo nuovo titolo è l'asta (già provata in WOW), con la quale i giocatori possono scambiarsi e compravendere gli oggetti. Un'asta che dal 13 giugno sarà fatta anche con soldi veri... no, dico sul serio: vuoi comprarti una nuova mantella per il tuo barbaro? Il tuo venditore può accettare tanto i fittizi Gold quanto i quasi ugualmente fittizi Euro. Non credete che questa cosa non crei scenari inquietanti, almeno per un vecchio amante dei videogiochi come me. Ad esempio l'altro ieri ha ascoltato la conversazione di 3 giocatori preoccupati per l'introduzione dei soldi veri. Perché? Semplice, ci si aspetta un'inflazione del Gold rispetto all'Euro con complessiva svalutazione del valore di molti oggetti... Da qui a battute sul cambio Gold/Dracma il passo è stato breve. Ma come funzionerà questa asta coi soldi veri?  I pagamenti potranno essere effettuati con Paypal o con buoni su Battlenet (si, sarà possibile aprire un conto sul circuito Blizzard). Con Paypal vi sarà 1 Euro di commissione ad ogni transazione e un margine di guadagno del 15%. Naturalmente se tale attività diverrà abituale per il giocatore il guadagno andrà dichiarato. E che scrivi sulla dichiarazione dei redditi? “Sono un barbaro ammazza demoni”?

Inoltre l'introduzione dei soldi veri fa schizzare verso l'alto il valore degli account, il che diviene problematico nel caso di furti di password. In effetti non è una cosa comunissima, ma avviene. Accendi Diablo III, metti la password del tuo account (puoi giocare solo online anche se giochi in singleplayer) e trovi il tuo cacciatore di demoni nudo come un macaco... In quel caso basta avvertire la Blizzard che fino ad un massimo di 3 volte ti rimette le cose a posto. Perché solo 3 volte? La ragione è semplice: perché oltre un certo numero di furti la responsabilità dei furti diviene del giocatore, in quanto significa che si ha un virus “trova password” nel proprio computer. Esiste un modo per difendersi? Un sistema c'è. In fondo si è parlato di conti Blizzard: c'era da aspettarsi che venissero mutuati i sistemi di sicurezza bancari, e quindi il giocatore che vuole tenere al sicuro il proprio account può usare la pennetta o Autenticator. La pennetta Blizzard è molto semplice: si tratta di una penna usb dal costo di 10 euro che, una volta ordinata, andrà inserita nel computer ogni qual volta si vuole giocare: se il computer non la trova l'account non si collega. Autenticator è invece più complesso ma anche molto più sicuro, si tratta di una applicazione per il circuito smartphone che viene collegata al proprio account. Prima di connettersi essa fornisce una password aggiuntiva che è valida per 30 secondi, se non si inserisce quella l'account non si apre.

Soldi veri, sistemi di sicurezza veri… i programmatori della Blizzard potevano sentirsi soddisfatti in quanto a realismo dell’esperienza videoludica, secondo voi si sono accontentati di questo? Naturalmente no. Esiste infatti un'ultima chicca, una modalità di gioco che con l'introduzione dei soldi veri sarà ancora più coinvolgente per il giocatore di quanto già non lo sia: la modalità Hardcore! Il personaggio ha una vita, semplice, se si viene uccisi il personaggio non resuscita, nessun checkpoint da cui ripartire, semplicemente l'avventura è finita. E naturalmente le tattiche di guerra cambiano notevolmente in modalità Hardcore: i giocatori divengono improvvisamente guardinghi e, nelle partite multi giocatore, molto spesso si viene abbandonati al proprio destino dai propri compagni di squadra. Insomma, come dicevo, diviene tutto molto realistico.

Un’ultima ulteriore nota di professionalità, che in ambito videoludico crea un misto di divertimento e angoscia, è relativa proprio alla modalità Hardcore. Quando s’incomincia un'avventura in questa modalità bisogna accettare una nota della Blizzard che informa il giocatore che il personaggio non verrà, per nessuna ragione, riportato in vita, anche se la sua morte dovesse essere dovuta a problemi di connessione o di altra natura. Per la serie: -stai giocando in modalità realistica, accetta l'idea che anche gli eroi possono morire per una tegola in testa- (virtuale in questa caso).

Altro aspetto veramente innovativo, ma molto atteso, specialmente dai giocatori di WOW, è il Global Play. Esistono 3 server di gioco: America, Asia ed Europa, ed è possibile giocare in qualsiasi di questi server. I 9 milioni di giocatori, secondo il conteggio attuale, possono quindi mercanteggiare liberamente in tutto il mondo.

In verità di cose da dire su Diablo III ce ne sono, proprio per questo mi metto, una volta tanto, a disposizione dei lettori, per qualsiasi dubbio o perplessità scrivete nei commenti qui sotto e vi risponderò quanto prima! 

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NdR


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